Fermo, prestigiosa città storica che sorge a due passi dal mare, dal gusto classico dove ognuno è protagonista.

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Le Contrade della Cavalcata dell’Assunta

Le contrade “storiche” della città sono sei: Castello, San Martino, Campolege, Fiorenza, San Bartolomeo, Pila, ad esse se ne sono aggiunte altre quattro, dette “foranee”, cioè al di fuori delle mura del centro storico: Torre di Palme, Capodarco, Campiglione e Molini Girola.

Contrada Campiglione

È una delle contrade “foranee”, dunque posizionate fuori dalle mura. Ciononostante, la sua esistenza è attestata da numerosi documenti antichissimi, come un atto dell’ottobre 996 a firma del vescovo fermano Uberto che chiama il quartiere Campoliolus o quello del 10 giugno 1214, in cui si nomina Castrum Campolioli. Rappresenta la corporazione dei lanai.

Contrada Campolege

È la contrada Campolege reca nel suo stemma un gladio e una biscia viscontea. Questi elementi derivano dalle possibili ipotesi circa le origini del nome della Contrada: il gladio rende omaggio alle legioni romane di Ottaviano che costruirono il nucleo della città Augustea, oggi detta Campoleggio. La seconda ipotesi, legata alla biscia viscontea, è che il nome sia un omaggio a Giovanni Visconti d’Oleggio, che governò la città dal 1360 al 1366. Campolege rappresenta la corporazione dei vasai e fabbri.

Contrada Capodarco

È la più estesa delle quattro contrade al di fuori delle mura. Probabilmente la zona era già occupata all’inizio del XII secolo da un castello, il cui consiglio generale collaborava con la vicinissima Fermo in occasioni particolari. Lo stemma di Capodarco rappresenta appunto un arco; la corporazione di professioni più importante è quella dei canestrai e crivellai, anche se lavoravano qui anche artigiani e agricoltori.

Contrada Castello

È una delle più antiche della città di Fermo, essendo stata istituita nel XIII secolo. L’area su cui originariamente si estendeva è quella corrispondente alla spianata del Girfalco. Il suo stemma, un leone rampante con ramo di cotogno, ricorda infatti quello della famiglia Sforza, che governò Fermo fino al 1446, legando la propria presenza al Castello del Girfalco. Questo venne distrutto nella sollevazione popolare che seguì la fine del loro dominio. La contrada rappresenta speziali, tabernai e orafi.

Contrada Fiorenza

Nacque intorno all’anno mille, circondata dalle mura repubblicane e augustee. All’inizio ospitava soprattutto il ceto popolare, fino alla fine del Quattordicesimo secolo, quando vi si stanziarono importanti famiglie come quella degli Euffreducci. Oliverotto Euffreducci infatti, discendente della nobile famiglia, governò la città per un periodo. Appartiene a questa famiglia l’omonimo palazzo, che ospita il Liceo Classico “Annibal Caro”, uno dei più antichi in Italia. La contrada rappresenta la corporazione dei cappellai.

Contrada Molini Girola

Area nota per la presenza, come è intuibile dallo stemma, dei mulini, rappresenta infatti la corporazione dei mugnai. La grande opera di irrigazione della zona fu possibile grazie alla presenza del fiume Tenna, in riva al quale si insediarono anche i Piceni, primi abitanti dell’area fermana. Altre attività commerciali svolte dagli operosi abitanti di Molini Girola furono anche la tessitura, la filatura e la concia di pelli.

Contrada Pila

È una delle contrade più antiche: è sul suo territorio che risiedevano le più importanti famiglie fermane ed è per questo che Pila fu al centro di importanti vicende politiche del Quindicesimo secolo. Proveniva da questa contrada Tomaso Paccaroni, figura fondamentale nell’epilogo delle tensioni tra gli Sforza e il Papato, che voleva riacquisire i territori marchigiani che i primi avevano sottratto. È tradizionalmente la contrada dei sarti e dei fornaciari.

Contrada San Bartolomeo

Contrada prettamente commerciale che ospitava le corporazioni di tintori, mulattieri, sarti, ma anche di giudici e notai. Forte fu nel corso del Tredicesimo secolo la presenza di comunità straniere che si stabilirono nella zona come gli Albanesi, gli Ebrei, i Bergamaschi. Esisteva nel quartiere anche un nucleo di commercianti benestanti che gestivano le proprie attività e risiedevano proprio sopra le loro botteghe: da qui il nome della “via delle Botteghe”, che taglia in due la contrada.

Contrada San Martino

Deve il nome alla Chiesa della Parrocchia di San Martino, oggi purtroppo non più esistente: venne infatti demolita per poter allargare Palazzo dei Priori. Questa contrada, detta dei vinai e dei mulattieri, rappresentava il centro politico e sociale della città. Nella sua area erano infatti compresi il Palazzo del Podestà e l’ex Palazzo del Capitano del Popolo. L’area più a sud ospitava invece le attività commerciali principali.

Contrada Torre Di Palme

È la più lontana dal centro di Fermo, ma anche quella che vanta le più antiche radici nel Medioevo. Ha origine come castello e fortificazione a difesa della storica città picena di Palma; il nome con cui il castello era noto anticamente era infatti Castrum Turris Palmarum. Proprio per onorare le sue origini marittime, il corteo di Torre di Palme spinge una Barca fino alla Cattedrale di Fermo in occasione della sfilata storica.

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