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Musei Scientifici di Palazzo Paccaroni

Palazzo Paccaroni ospita due rarità nel panorama museale italiano: il Museo Polare “SIlvio Zavatti” e il Museo di Scienze Naturali “Tommaso Salvadori”.

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L’edificio, antica residenza della famiglia Paccaroni, ospita oggi i Musei Scientifici della città: il Museo polareSilvio Zavatti” e il Museo di scienze naturaliTommaso Salvadori”.

L’antico palazzo nobiliare presenta una facciata che replica un torrione decorato a bugnato (forse realizzato nella stessa posizione di una vecchia torre gentilizia).

Al suo interno il piano nobile è riccamente decorato con tempere dedicate agli dei e alle muse.

Il Museo Polare “Silvio Zavatti”

Il Museo Polare “Silvio Zavatti” è l’unico museo in Italia dedicato agli ambienti, ai popoli e alle ricerche polari artiche italiane. Nasce nel 1969 a Civitanova Marche per volontà di Zavatti, fondatore dell’Istituto Geografico Polare di Forlì nel 1944 (di cui il museo è parte integrante).

Nel 1985 il Museo Polare “Silvio Zavatti”viene donato al Comune di Fermo e nel 1993 è inaugurato a Villa Vitali. Dal 1999 a oggi ha subito profondi cambiamenti: alla necessaria inventariazione degli oggetti esposti ha fatto seguito una nuova organizzazione della struttura, più razionale e rispondente alle moderne esigenze museali.

All’interno del museo possiamo visitare il materiale raccolto dall’ esploratore Silvio Zavatti durante le sue 5 spedizioni polari, arricchito da acquisizioni recenti (tra cui la donazione di Jean Malaurie, Lino Brillarelli e Luciana Gabrielli).

Il Museo di Scienze Naturali “Tommaso Salvadori”

Il Museo di Scienze Naturali “Tommaso Salvadori”contiene la collezione ornitologica proveniente da escursioni e battute di caccia effettuate da Tommaso Salvadori nelle Marche (soprattutto nel Fermano e nell’ Ascolano) in Sardegna. La raccolta comprende esemplari dell’avifauna marchigiana e italiana, tra cui specie rarissime come il Falco pescatore, l’Avvoltoio monaco, il Gipeto e il Gufo reale. Molti di questi esemplari sono ricordati da Salvadori nelle sue più autorevoli opere.

Nel 1930 la sua pronipote, la signora Gladys Salvadori Paleotti Muzzarelli, donò alla città di Fermo la collezione ornitologica assieme agli armadi contenitori e all’opera omnia di Salvadori perché fosse debitamente conservata ed esposta al pubblico.

Tommaso Salvadori preparò personalmente la maggior parte degli esemplari della sua raccolta, curando la tecnica d’imbalsamazione e scegliendo i supporti usati. In particolare le pose dei soggetti e gli atteggiamenti vivacissimi di molti di essi tradiscono un lungo e appassionato studio dal vero del loro comportamento “da vivi”, certamente frutto di ore di costante e paziente osservazione in natura che solo il futuro grande scienziato poteva compiere durante le sue esplorazioni.

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