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Aiuola B2 – Scrigno di Biodiversità: La Flora Italiana in Mostra

Parco storico di Villa Vitali

In breve

In questa aiuola, come in altre parti del giardino, sono state utilizzate piante spontanee della flora italiana. Grazie a montagne, posizione geografica e clima, l’Italia ospita 8.241 specie e sottospecie native, di cui 1.702 endemiche. A confronto, le isole britanniche, di dimensioni simili, ne contano solo 1.692. La penisola italiana è uno scrigno di biodiversità: qui trovi alcune di queste specie.

L’Italia ospita ben 8.241 specie e sottospecie native, di cui 1.702 esclusivamente italiane. Questo straordinario scrigno di biodiversità non è frutto del caso, ma del connubio tra la distribuzione mondiale delle specie – che tende ad aumentare verso l’equatore – e le peculiari caratteristiche climatiche e geografiche della penisola italiana. Dalle cime alpine al clima subtropicale di Sicilia e Lampedusa, passando per pianure, coste e montagne, l’Italia si presenta come un mosaico unico di ambienti. Questo rende l’Italia uno dei paesi a più alta biodiversità a livello sia europeo che mediterraneo, dietro solo a Turchia (>12000), spagna (~10000) e seguiti dalla Grecia (6000).

Nell’aiuola B, accanto a specie di diversa origine geografica, puoi ammirare, di fronte a te, Viburnum lantana L., un viburno nativo della flora d’Italia che si rinviene dalle Alpi fino alla Campania e che vive in boschi caducifogli e boscaglie, comportandosi a volte da colonizzatrice prima dell’arrivo del bosco. Alla tua sinistra, un delizioso tappeto di Melica uniflora Retz., una graminacea che prospera in boschi come le leccete, le faggete e i querceti caducifogli, su suoli freschi e ombrosi, da 0 a 800 m s.l.m. (e fino a 1.600 m in Sicilia). Intorno al pozzo, invece, si trovano diverse piante di Hypericum androsaemum L., anch’esso nativo italiano, che predilige ambienti umidi e ombrosi, boschi freschi o le rive dei corsi d’acqua, tra 0 e 1.400 m s.l.m.

Mentre Melica uniflora è meno comune nei giardini, Hypericum androsaemum è spesso coltivato, tanto da essere impiegato per adornare – grazie alle sue bacche – le corone di laurea.

Questo contrasto racconta due cose: che anche le piante spontanee, spesso ignorate, una volta accolte nei giardini anche gentilizi come quello di Villa Vitali, rivelano il loro valore ornamentale, e che la distinzione tra piante coltivate e spontanee è spesso un riflesso dell’amore e del significato immateriale che attribuiamo loro.

In questo angolo del parco, non celebriamo solo la bellezza della natura e delle specie native italiane – troppo spesso ignorate, ingiustamente odiate perché considerate “erbacce” o non conosciute – ma vogliamo anche sottolineare come il legame che ci unisce alle piante sia spesso intrecciato con una storia condivisa. Una storia che può essere nel nome di una specie di cui conosciamo il nome o nel semplice gesto di innaffiare una pianta. Le piante in vaso sono semplicemente piante spontanee, spesso di altre parti del mondo, di cui ci prendiamo cura.

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