In breve
Di fronte a voi e alla vostra sinistra, potete vedere due piante con una parentela in comune. Direttamente davanti, si trova una serie di quattro arbusti di Rosa canina L., mentre alla vostra sinistra si erge un piccolo albero, Malus × robusta (Carrière) Rehder. Entrambi appartengono alla famiglia delle Rosaceae.
Se vi trovate davanti alla cartello didattico mentre leggete il testo associato al QR code, potrete osservare alcuni esemplari di Rosa canina L. Rosa canina è un arbusto legnoso, cespuglioso e spinoso, con rami pendenti ricoperti da spine curve e spesso con la base ingrossata. In ambienti aperti, cresce come un arbusto tondeggiante, alto da 1 a 3 metri, con una ramificazione abbondante; nei boschi, invece, è meno ramificato e tende ad arrampicarsi sugli arbusti vicini. I rami secondari sono di colore verde.
Le foglie sono composte da un numero variabile di foglioline di colore verde chiaro, appuntite, generalmente lisce o leggermente pelose sul picciolo. Bisogna non farsi ingannare, sebbene sembri che siano tante le foglioline, la foglia è il realtà una con 5-7 foglioline (segmenti fogliari).
I bordi delle foglie sono dentellati e alla base si trovano due piccole foglioline lanceolate, chiamte stipole. I fiori, che possono essere solitari o raggruppati in piccole coppie, emettono un delicato profumo. Ogni fiore ha cinque petali bianchi o rosati e cinque sepali che si uniscono formando una sorta di coppa. Quando il frutto matura, i sepali si piegano all’indietro e cadono. I frutti, chiamati cinorrodi, sono carnosi, di forma piriforme, e diventano di colore rosso vivo quando maturano. Sono spesso utilizzati per marmellate ricche di vitamina C.
Rosa canina è una pianta originaria delle aree temperate dell’Eurasia e Nord Africa. Cresce in radure, ai margini dei boschi, in terreni abbandonati o in prati e campi. Si adatta a suoli abbastanza profondi e moderatamente asciutti, e può arrivare a crescere fino a 1.900 metri di altitudine.
Questo arbusto — molto simile a Rosa cinnamomea L., l’“archetipo” del genere Rosa — rappresenta l’aspetto che una rosa naturale ha. Tutte le rose dell’aiuola Q sono frutto di incroci e domesticazione con le altre c. 270 specie di Rosa distribuite nel mondo. A differenza di molte rose ibride, in cui l’eccesso di petali impedisce ai fiori di produrre frutti (poiché l’accesso al nettare è bloccato alle api), Rosa canina ha cinque petali delicati di rosa tenue, attira impollinatori e produce regolarmente bacche rosse, che costituiscono una fonte di cibo per gli uccelli.
Alla vostra sinistra, invece, potete osservare un esemplare di melo da fiore, scientificamente noto come Malus × robusta (Carrière) Rehder. Questo arbusto appartiene al genere Malus Mill., che fa parte della famiglia delle Rosaceae. Il genere è originario dell’emisfero boreale e comprende attualmente 39 specie accettate. Oltre al valore ornamentale di alcune sue specie, il genere Malus riveste un ruolo fondamentale nell’agricoltura e nell’alimentazione. Infatti, Malus domestica (Suckow) Borkh., il comune melo coltivato, è una delle piante da frutto più diffuse al mondo, grazie ai suoi frutti, le mele, ricche di nutrienti e apprezzate per la loro versatilità in cucina.
Gli esemplari ornamentali, come Malus × robusta ‘Red Sentinel’ qui coltivato, sono apprezzati per la spettacolare fioritura primaverile e per i piccoli frutti che maturano in autunno, capaci di attrarre fauna selvatica, come uccelli e insetti. La caratteristica di questa cultivar è che è ricoperta da piccole mele rosse in autunno, conferendole un alto valore estetico. A differenza del melo coltivato, questa specie non presenta il calice, la parte fogliosa che occupa la zona centrale del frutto alla base delle mele. Queste infatti cadono precocemente, caratteristica utile per distinguere le specie.
Il frutto del melo è chiamato pomo ed è un falso frutto. In botanica, si definisce frutto tutto ciò che deriva dalla trasformazione dell’ovario. Nel caso della mela, l’ovario si trova nel torsolo, mentre la polpa deriva dall’ingrandimento del ricettacolo, cioè la porzione apicale del peduncolo fiorale, espansa e variamente sagomata per consentire l’inserzione del fiore.
Oltre al melo domestico, al melo ornamentale e alle sue cultivar, numerose specie selvatiche sono presenti nella flora italiana e del continente europeo, tra cui Malus sylvestris (L.) Mill., che a differenza del melo domestico, ha pomi estremamente acerbi e non commestibili. Essendo un elemento raro della flora forestale a latifoglie temperata, vegeta sporadicamente in boschi di latifoglie freschi.
Nei meli, soprattutto quelli coltivati, i fiori a cinque petali, da rosa a bianchi, sono raccolti in infiorescenze chiamate corimbi, portate su brevi rami (detti brachiblasti), il cui fiore centrale è chiamato “Re fiore”, in quanto è il primo a sbocciare e generalmente più grande, producendo anche frutti più grandi.
Ma cosa accomuna il melo e la rosa? Le foglie di diverse Rose emettono un leggero odore di mela! Questo perché entrambi i generi appartengono alla stessa famiglia, le Rosaceae. Se non siete ancora convinti, guardate le foto. Potrete notare larghe somiglianze tra i fiori di melo e di rosa. Infatti, le due piante hanno foglioline dentellate con una ghiandola sul picciolo della foglia, fiori perfetti (maschi e femmine sullo stesso fiore), con generalmente cinque petali e cinque sepali e numerosi stami.
Sebbene a primo impatto mele e rose sembrino molto diverse, è possibile notare come, in realtà, abbiano diversi tratti in comune. Questi tratti e caratteristiche, che accomunano alcune piante mentre ne escludono altre, sono fondamentali per organizzare la natura in una gerarchia chiamata tassonomia, che va dal livello più inclusivo (il dominio, che include tutta le forme di vita) a quello più specifico (la specie, es. Rosa canina L.).